A ‘scuola’ di olivicultura: dal Rio Grande do Sul direttamente nella terra dell’olio extravergine di oliva DOP Umbria

by on 13:51 in Bagé, Post, Regione Umbria

A ‘scuola’ di olivicultura: dal Rio Grande do Sul direttamente nella terra dell’olio extravergine di oliva DOP Umbria

Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – 18-22 novembre 2013

Una delegazione di tecnici agronomi brasiliani è stata ospitata in Umbria per conoscere ed apprendere le tecniche locali dell’olivicoltura finalizzate alla produzione di olio extravergine di oliva di qualità.
Ad accompagnare la delegazione brasiliana, la dr.ssa Daniela Farinelli, responsabile scientifico del progetto “Valorizzazione della filiera dell’olio extravergine di oliva a Bagé’’.
Lo “study visit” ha preso in esame la diversa gestione di oliveti sperimentali e tradizionali, con lezioni formative sul campo per la raccolta dell’olive con mezzi meccanici, e con agevolatori. Al centro dell’esperienza un must del know how regionale con la visita a varie tipologie di frantoio per la molitura e l’estrazione a freddo.
Già lo scorso anno i tecnici brasiliani avevano avuto modo di partecipare ad un corso intensivo di potatura olivicola condotto dall’Università di Agraria. La potatura è una pratica agronomica fondamentale per la gestione di un oliveto in produzione, il cui scopo è quello di:
• asportare i rami per rinnovare e favorire lo sviluppo delle branche fruttifere;
• mantenere la piena efficienza della chioma;
• intervenire per regolare la crescita della pianta ed il portamento anche in base ad esigenze colturali e di distribuire in modo omogeneo e corretto l’illuminazione sulle varie parti della chioma la distribuzione dei rami a frutto in rapporto alla tecnica di raccolta adottata;
• favorire un elevato rapporto tra superficie fogliare e legno;
• ridurre gli eccessi di produzione per controllare il fenomeno dell’alternanza produttiva
Il corso è entrato nel merito delle tecniche e dei principali tipi di potatura adattabili al microclima brasiliano e alle cultivar già in produzione (prevalentemente spagnole) ma soprattutto quelle potenzialmente impiantabili (leccino, frantoio, pendolino).
Quest’anno, al curriculum dei tecnici brasiliani, si aggiunge l’esperienza della raccolta. Dalla brucatura a mano sulle colline di Trevi alla raccolta meccanizzata su impianti di nuova generazione. Le operazioni di raccolta rappresentano la prima voce di costo per un’azienda olivicola pertanto la tipologia scelta deve essere assolutamente remunerativa anche sul lungo periodo.
L’Umbria, come ben noto esporta impianti di estrazione concepiti da industrie locali in tutto il mondo. La visita ad alcuni frantoi ha focalizzato l’attenzione sulle varie tipologie di estrazione dell’olio: per pressione, per tensione superficiale e per centrifugazione. Quest’ultimo sistema attraverso un processo di diluizione delle paste ottenute per gramolatura, inserite in una centrifuga che concentra l’olio di oliva verso il centro, grazie al basso peso specifico dell’acqua, è indubbiamente il più utilizzato nel nostro territorio ma anche quello che più si adatta alle nostre cultivar anche se allevate altrove.
In conclusione delle giornate di lavoro, la dr.ssa Farinelli ha condotto un panel test di degustazione dell’olio. Ricordiamo che la degustazione segue tre diverse fasi di analisi organolettica: quella visiva in cui si verificano le caratteristiche di colore, limpidezza e densità, quella olfattiva, con olio a 28°C per esaminare gli aromi volatili, dulcis quella gustativa per escludere eventuali difetti ed apprezzarne le caratteristiche positive.
Il commento degli ospiti brasiliani è stato un plauso all’esperienza umbra in campo olivicolo e ciò denota come anche un piccolo progetto di interscambio culturale possa radicarsi con successo.

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