Rio de Janeiro

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Municipi: Rio de Janeiro (favelas di Santa Marta e Campo Grande), Nova Iguaçu, Japerì, MesquitaSao Joao de Meriti.

Lo Stato di Rio de Janeiro ha attualmente 92 municipi distribuiti su una superficie totale di 43.864 km2, e una popolazione totale di circa 15 milioni di abitanti. Questo insieme demografico è distribuito in forma abbastanza diseguale nel territorio statale, con una grande concentrazione nella Regione Metropolitana, in particolare nel municipio di Rio de Janeiro, attuale capitale dello Stato.

Il flusso demografico degli anni passati, determinato dalla capacità di attrazione della città di Rio de Janeiro ha provocato la crescita di un insieme di città al suo intorno, città che oggi formano la Regione Metropolitana, area nella quale si situa l’insieme di municipi che compongono la Baixada Fluminense. Gran Parte della popolazione a basso reddito è stata “collocata” o “dislocata” nelle aree periferiche, e in questo processo si è assistito al progressivo addensamento demografico dei municipi della Baixada, i quali sono venuti costituendosi come “città dormitorio” carenti di infrastrutture urbane e di servizi pubblici. La regione della Baixada Fluminense è conosciuta a livello nazionale per la concentrazione di povertà urbana, collegata a mancanze di infrastrutture e alla carenza di politiche pubbliche efficaci. La disuguaglianza osservata tra i municipi della Baixada e la città di Rio de Janeiro rende evidente la necessità di promuovere lo sviluppo locale in quella regione, essendo questo una strada per la riduzione delle disuguaglianze sociali in una prospettiva sostenibile.

A livello di dati statistici del Censimento 2010, la densità popolazionale media nello Stato di Rio è di 365 abitanti per kmq. Si tratta quindi di un territorio molto popolato rispetto alla media di tutto il Brasile. Un esempio fra tutti, a dimostrazione di quanto sopra, è la città di Nova Iguaçu, che conta 796.000 abitanti su un territorio di 527 kmq, con una densità di popolazione pari a 1.527 abitanti per kmq. Mesquita, città con 168.000 abitanti su un territorio di 39 kmq, ha pertanto una densità di popolazione pari a 4.300 ab./kmq. Japerì, cittadina di 95.000 ab. su un territorio di 81 kmq, conta una densità di popolazione di 1.100 ab./kmq. Questo quadro basta a comprendere i problemi che possono insorgere a livello sia di integrazione e convivenza, sia di servizi,dal momento che in queste città risiede una popolazione anche con forte disagio economico e sociale.

A livello di indicatori sociali relativi allo stato di Rio de Janeiro,risulta che il 96,7% della popolazione risiede in zona urbana contro il solo 3,3% che vive in zona rurale. Quasi il 50% della popolazione dello Stato ha tra i 25 e i 59 anni, il 16% tra il 15 e i 24 anni ed il 21% dagli 0 ai 14 anni. Si comprende pertanto come le politiche sociali,per l’infanzia e giovanili hanno un ruolo cruciale, in quanto il 37% della popolazione ha meno di 24 anni. Il tasso percentuale di persone che non sanno né leggere né scrivere nelle diverse fasce di età rivela livelli di analfabetismo più alti (il doppio) fra i neri, i cosiddetti “pardos”,gli ”amarelos” e gli indigeni. Il tasso si attesta sul 6% nella fascia fino ai 15 anni mentre per i bianchi si attesta sul 3%.Anche questo indicatore rivela le disuguaglianze e problematiche correlate a diritti ed integrazione possibile.

Alcuni dati storici comunque indicano un miglioramento di condizioni:la proporzione di domicili permanenti con condizioni di salubrità inadeguate sono diminuite dal 2000 al 2010 dal 3,3% all’ 1,4% così come la percentuale di bambini fra 0-5 anni residenti in domicili con un responsabile analfabeta è diminuito dal 11,1% nel 2000 al 5,6% nel 2010 (dati IBGE).
Rio de Janeiro, che fino al 1960 è stata la capitale della Repubblica, oggi ricopre un importante ruolo di risonanza politica, oltre che quello di vetrina culturale del paese. La dinamica di modernizzazione,della città ha prodotto il sorgere di aree residenziali alternative, meglio conosciute come favelas. Dalla loro nascita ad oggi, quindi in più di cento anni, le favelas si sono moltiplicate, diventando un elemento innegabile dello scenario fisico, politico e culturale della città, trasformandosi in un “problema sociale”, mai trattato adeguatamente dal potere pubblico. A Rio è stata già rilevata una pratica secondo la quale col termine “comunità”, generalmente, ci si riferisce al territorio nel quale si trovano le favelas o a quelle aree caratterizzate da basso reddito e presenza primordiale dei servizi pubblici.

Per lo meno il 25% della popolazione carioca vive nelle 700 favelas presenti in tutta l’area metropolitana. A partire dalla fine degli anni Ottanta, l’incremento dei fenomeni violenti legati al traffico di stupefacenti che hanno coinvolto tutta la città ha contribuito alla creazione dei preconcetti generalizzati legati alle favelas, veicolandone un’immagine di luoghi pericolosi.

Rio de Janeiro vive un eterno paradosso: città meravigliosa, aperta, allegra, accogliente, attraente e, allo stesso tempo, città della disillusione, della paura, della “pallottole vaganti”, della popolazione che vive in strada, del traffico di droga, della corruzione delle forze dell’ordine. Il paesaggio carioca si espande in tale spazio geografico e culturale, variegato e pieno di contraddizioni, dove, spesso, i meccanismi che lo regolano non sono chiari.